28/03/2022

Benessere Mentale

4 minuti

La psicoterapia individuale e di gruppo

La salute mentale può riferirsi sia a un individuo, sia a un gruppo come la famiglia

Secondo una definizione teorica la psicoterapia si può definire genericamente come “tutto ciò che migliora la salute mentale di un individuo o di un contesto relazionale, se attuato attraverso un servizio professionale, orientato da una teoria dei processi mentali e regolato da una contrattazione esplicita”. La salute mentale può riferirsi sia a un individuo, sia a un gruppo come la famiglia o ad altre strutture aggregative, come organizzazioni di lavoro, associazioni, cooperative o aziende e può appartenere anche all’intera comunità sociale, nella quale si traduce in termini di benessere relazionale, sviluppo culturale e sentimenti di coesione, appartenenza e libertà dei suoi componenti, rappresentando quindi un presupposto fondamentale del sentimento individuale di identità dei singoli  individui e al tempo stesso uno strumento finalizzato a promuovere il superamento delle crisi esistenziali.

Dopo questa premessa necessariamente ampia, senza scendere nella descrizione di forme specifiche di psicoterapia, quale per esempio la cognitivo-comportamentale, si può facilmente intuire come l’approccio terapeutico, a seconda dei casi, può essere individuale, ossia centrato su una sola persona, oppure di gruppo. Nel primo caso il fulcro dell’interesse è il benessere psicologico di un soggetto, a partire dalle sue caratteristiche personologiche e dai meccanismi che gli causano disagio. Lo psicoterapeuta identifica e condivide con il proprio assistito gli obiettivi da raggiungere e attraverso la relazione, predisposta in un contesto ambientale adeguato (in psicanalisi si utilizza il lettino, mentre di solito l’incontro ha luogo in una stanza appartata e silenziosa), gli offre l’opportunità di esprimere con la massima libertà sensazioni ed emozioni positive e negative, come insicurezza, paura e senso di inadeguatezza.

In questa tipologia approccio il rapporto è quindi diretto e immediato: terapeuta e paziente sono da soli e possono guardarsi negli occhi. L’approccio individuale consente pertanto un intervento più flessibile in termini di tempi, modalità di sviluppo - sulla base di un calendario di incontri concordato di volta in volta - e contenuti alle esigenze del paziente, del quale consente al terapeuta una conoscenza profonda.

La psicoterapia di gruppo, analogamente a quella individuale, è mirata ad aiutare chi vorrebbe sviluppare le sue risorse nell’affrontare le difficoltà e i problemi della propria vita, differenziandosi per il fatto che l’incontro ha luogo con più persone (in alcuni casi anche un intero gruppo e un terapeuta (in alcuni casi due), con l’obiettivo di aiutare a risolvere le difficoltà emotive e incoraggiare lo sviluppo personale dei partecipanti al gruppo. Spetta al terapeuta scegliere i partecipanti al gruppo, sulla base dei vantaggi che ciascuno di essi può trarre da questo tipo di terapia e dell’influenza che può avere sugli altri membri del gruppo.

La comunicazione in questo caso è parallela, orizzontale e trasversale, in quanto le relazioni si svolgono attraverso il vissuto dell’altro. Anche il terapeuta fa parte del gruppo e, a differenza della terapia individuale, “subisce” il gruppo come ogni paziente: si innesca così un processo di crescita di tutti i partecipanti, conduttore compreso. Sotto il profilo organizzativo essi di solito si dispongono in cerchio in modo da poter interagire visivamente e condividono regole per portare avanti in modo sereno la terapia: è essenziale del tempo perché si instauri un clima di reciproca fiducia e confidenza (anche in un gruppo, come nella psicoterapia individuale, vige il segreto professionale, per cui i partecipanti non devono rivelare all’esterno opinioni e contenuti né coltivare rapporti personali tra loro all’esterno del gruppo). Va infine precisato che, mentre uno psicoterapeuta di gruppo può anche essere individuale, quello individuale il più delle volte non può condurre dei gruppi.

 

 

Bibliografia