L'insonnia è un disturbo del sonno
Dormire è un'esigenza primaria dell'essere umano, che dedica a questa attività circa un terzo della propria esistenza
Dormire è un'esigenza primaria dell'essere umano, che dedica a questa attività circa un terzo della propria esistenza. Tuttavia, il bisogno di dormire differisce da individuo a individuo e si modifica nel corso della vita, tendendo a diminuire con l'avanzare dell'età. Così, se a un neonato servono in media dalle 18 alle 20 ore di sonno al giorno, a un anziano possono bastarne anche soltanto quattro o cinque per notte. La durata del sonno non è, quindi, sufficiente a definire una condizione di insonnia: è necessario considerare anche la qualità del riposo e gli effetti che questo determina sul piano psicofisico.
Inquadramento dell'insonnia
Per definizione, l'insonnia corrisponde a un'alterazione dell'equilibrio sonno-veglia dalla quale deriva un disagio per l'individuo che, a causa della sonnolenza, della spossatezza, delle difficoltà di concentrazione e dell'irritabilità conseguenti al riposo inadeguato, può veder seriamente ridotti il proprio benessere e la possibilità di svolgere le attività quotidiane in modo efficiente. L'insonnia può assumere diverse forme e può essere classificata in base diversi criteri: in particolare, la durata, la tipologia delle manifestazioni e le possibili cause scatenanti/aggravanti.
In base alla durata, si possono distinguere un'insonnia "occasionale/situazionale" (insonnia acuta), caratterizzata da episodi isolati o che persiste per pochi giorni e che solitamente compare in periodi di stress o cambiamento di abitudini, superati i quali tutto rientra nella normalità; l'insonnia "episodica", che dura almeno un mese, ma meno di tre, e tende a risolversi spontaneamente o adottando semplici accorgimenti comportamentali e/o rimedi fitoterapici o brevi interventi farmacologici; l'insonnia "persistente", che si protrae per più di tre mesi e che richiede una cura specifica di tipo farmacologico per essere eliminata; l'insonnia "ricorrente", caratterizza da almeno due episodi di durata variabile, nell'arco di un anno. Tutte le forme di insonnia che durano più di un mese sono considerate "croniche".
In relazione alle modalità di presentazione, infine, si riconoscono un'insonnia "iniziale", che rende difficoltoso addormentarsi (particolarmente frequente nelle persone ansiose e in chi non riesce a distogliere l'attenzione dai fatti della giornata); un'insonnia "centrale", quando il riposo è frammentato da risvegli ripetuti nell'arco della notte e dalla difficoltà a riaddormentarsi; un'insonnia "terminale", quando il risveglio è molto precoce, anche verso le 3.00-4.00 del mattino o comunque all'alba, seguito dall'impossibilità di riaddormentarsi. Quest'ultima è la forma tipicamente associata alla depressione.
Riguardo alle cause dell'insonnia, la versione più aggiornata del Manuale diagnostico statistico delle malattie mentali - DSM V ritiene che qualunque tipo di insonnia sia da considerare come un disturbo a sé stante, non interpretabile come mera complicanza di altre condizioni cliniche o psichiatriche o all'effetto di fattori esterni sfavorevoli, come l'assunzione di sostanze o farmaci. D'altro canto, è assodato che l'insonnia non esiste soltanto come disturbo isolato e che una molteplicità di fattori interni ed esterni all'organismo (patologici e non) possono contribuire a determinare l'insorgenza di disturbi del sonno occasionali o cronici o a peggiorarne le manifestazioni. Tra questi, al primo posto si colloca lo stress, spesso strettamente legato a problemi psicologici o emotivi quali tensioni familiari, difficoltà sul lavoro o preoccupazioni finanziarie. A seguire, possono avere un ruolo importante le abitudini di vita inadeguate, l'eccesso di luce o rumore o una temperatura non confortevole nella camera da letto oppure il fatto di dormire in un ambiente estraneo, come per esempio una stanza d'albergo o una nuova abitazione. L'insonnia può essere indotta dall'assunzione di alcuni alimenti e farmaci (inserire link: Disturbi del sonno indotti da sostanze farmaci) o dalla presenza di patologie specifiche (Insonnia e malattie).
Principali fattori di rischio per lo sviluppo di insonnia
• Sesso femminile (per ragioni di ordine ormonale legate al ciclo mestruale e alla menopausa).
• Età avanzata (>60 anni).
• Presenza di un disturbo psichiatrico.
• Presenza di una malattia organica in grado di interferire con il sonno.
• Assunzione di farmaci o sostanze che interferiscono con il sonno.
• Stress significativo/persistente.
• Lavoro su turni/notturno.
• Abitudini di vita sfavorevoli.
• Eventi traumatici/cambiamento di ambiente.
• Viaggi su lunghe distanze, attraverso alcuni fusi orari.
• Assunzione eccessiva di caffeina, nicotina, alcolici.
Trattamento dell'insonnia
Condizioni comuni di insonnia acuta e cronica possono essere diagnosticate e gestite dal medico di Medicina generale, che, grazie a una conoscenza globale dello stato di salute e delle abitudini della persona interessata, può individuare la strategia più opportuna per risolvere il problema. Tuttavia, qualora le soluzioni proposte, correttamente sperimentate per un adeguato periodo di tempo, non fossero sufficienti a restituire un sonno di buona qualità e durata, è consigliabile rivolgersi a un centro di Medicina del sonno per effettuare indagini più specifiche (per esempio, la polisomnografia) e intraprendere trattamenti mirati.
Stile di vita
Nella stragrande maggioranza dei casi, l'insonnia può essere prevenuta e contrastata adottando buone regole di vita e rispettando alcuni capisaldi di "igiene del sonno". In particolare, per dormire bene a qualunque età si dovrebbe:
1. andare a letto e svegliarsi ogni giorno più o meno alla stessa ora;
2. esporsi alla luce solare intensa al risveglio/nelle prime ore del mattino per almeno 20-30 minuti;
3. non focalizzare troppo l'attenzione sulle difficoltà del sonno eventualmente presenti;
4. evitare pisolini pomeridiani e di addormentarsi davanti alla televisione la sera;
5. evitare di restare connessi "on line" o di usare dispositivi elettronici fino a tarda ora;
6. non assumere quantità eccessive di caffeina durante il giorno ed evitarla nelle ore serali;
7. consumare alcolici con moderazione e preferibilmente evitarli nelle ore serali;
8. cercare di non fumare prima di coricarsi (o al risveglio) e, in ogni caso, evitare di farlo in camera da letto;
9. evitare cene abbondanti e di mangiare subito prima di andare a letto (in particolare, non assumere cibi grassi e piatti elaborati o difficili da digerire);
10. se, nonostante la cena, si è ancora affamati, uno spuntino leggero può favorire il sonno;
11. se si è tesi, un bagno tiepido può aiutare a rilassarsi;
12. svolgere regolarmente attività fisica durante la giornata, ma evitare sforzi intensi la sera dopo cena;
13. cercare di ridurre al minimo i rumori e l'illuminazione della camera da letto;
14. mantenere una temperatura ambientale adeguata (15-18 °C) nella stanza in cui si dorme;
15. se non si riesce a prendere sonno dopo un tempo accettabile, alzarsi e dedicarsi ad altre attività.
Rimedi fitoterapici
Le proprietà calmanti, rilassanti, ansiolitiche e favorenti il sonno di alcune piante officinali sono note e sfruttate da secoli per contrastare condizioni d'insonnia acuta e cronica, seppur con effetti variabili in funzione delle caratteristiche della preparazione, delle modalità di assunzione, della sensibilità individuale ai diversi componenti attivi e della concentrazione di questi ultimi. Eschscholzia californica, Passiflora incarnata, Valeriana officinalis, camomilla, biancospino, melissa e tiglio sono tra le piante più efficaci e largamente impiegate contro l'insonnia priva di causa specifica o legata a lievi stati d'ansia, occasionali o persistenti, oppure semplicemente per migliorare la qualità di un sonno cronicamente scadente. Possono essere usate singolarmente o come miscele, in forma di infuso o tisana oppure come estratto, anche nel contesto di preparati fitoterapici più complessi.
In tutti i casi, va ricordato che efficacia e sicurezza delle preparazioni sono strettamente legate alla selezione delle materie prime e al rispetto di buone norme di trasformazione, che devono essere garantite e certificate in etichetta. Escluse forme di insonnia legate a condizioni di competenza medica, questi estratti vegetali possono essere utili anche per contrastare i disturbi del sonno nei bambini, ma in questo caso è d'obbligo interpellare il pediatra prima di somministrare qualunque tipo di preparato. Per tutelarsi da possibili inconvenienti, inoltre, anche gli adulti dovrebbero informare il medico dell'intenzione di assumere rimedi fitoterapici contro l'insonnia, soprattutto se si soffre di altre malattie o se si stanno assumendo farmaci su prescrizione o da banco di qualunque tipo.
Farmaci
Quando, nonostante la rimozione delle possibili cause scatenanti, il rispetto delle regole di igiene del sonno e l'eventuale assunzione di rimedi fitoterapici in grado di favorirlo, l'insonnia non accenna migliorare entro un arco di tempo ragionevole (3-4 settimane), è necessario ricorrere a interventi farmacologici specifici. A prescindere dal tipo di insonnia presente e dal medicinale utilizzato, a prescriverne l'impiego, negli adulti come nei bambini, deve sempre essere il medico.
Fonti
- DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014
- Manuale Merck: www.msd-italia.it/altre/manuale/sez14/1731515.html
- Mayo Clinic: www.mayoclinic.com/health/insomnia/DS00187
- Cricelli C et al. Guida pratica per gestire l'insonnia. Documento congiunto SIMG-AIMS. Rivista della Società di medicina Generale, 2010; 2:71-79
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