Nevrosi
Può capitare a molte persone di sentirsi ansiose, di tanto in tanto, in alcuni momenti della vita. Ad esempio, si può sentire un nodo allo stomaco prima di un colloquio o di un esame all’università, si può essere stressati per il lavoro o preoccupati per i propri figli se non tornano a casa all’orario stabilito. È una parte naturale dell’essere umano e della vita.
Ma cosa succede se la preoccupazione diventa estrema e non scompare? I pensieri negativi, o ossessivi, possono prendere il sopravvento sulla mente al punto che l’interpretazione oggettiva e la gestione delle situazioni quotidiane può diventare difficile. In questi casi, si può essere di fronte a quello che viene definito un comportamento nevrotico.
La parola “nevrosi” è stata utilizzata per la prima volta nel 1700 per descrivere reazioni mentali drastiche e irrazionali di tipo emotivo o fisico. Quindi, un comportamento nevrotico era definito come uno sforzo automatico e inconscio per gestire un’ansia profonda.
Nel 1980, l’American Psychiatric Association ha rimosso il termine nevrosi dal suo manuale diagnostico come parte di un rinnovamento per standardizzare i criteri di classificazione delle condizioni mentali. Oggi, la nevrosi (anche detta psiconevrosi) non è più considerata un disturbo mentale a sé stante. Infatti, i medici spesso fanno convergere i sintomi della nevrosi nella stessa categoria del disturbo d’ansia. In altre parole, quella che una volta si chiamava nevrosi, ora ricade nella definizione di ansia. Come detto, però, ci sono alcuni tipi di ansia che rientrano in una gestione sana delle difficoltà incontrate nella vita, che vanno distinti dalla nevrosi.
Nevrosi: di cosa si tratta?
Più che una malattia, la nevrosi è considerata dagli esperti come un tipo di personalità, insieme agli altri tratti detti “Big Five” (estroversione, gradevolezza, coscienziosità e apertura all’esperienza), un insieme di caratteristiche comuni della personalità di ogni individuo. In parole povere, i tratti della personalità quantificano i differenti modi in cui le persone rispondono agli stimoli del mondo esterno.
La nevrosi è, forse, il più complesso tra i tratti della personalità e il più rilevante per la salute, poiché implica la presenza di ansia, preoccupazione irrazionale, malumore ed emozioni negative, in contrasto con un comportamento più calmo, soddisfatto, realizzato, stabile nei sentimenti e nelle interazioni sociali. Le persone nevrotiche tendono ad andare incontro a una perdita di controllo più spesso, provano emozioni angoscianti o enfatizzano alcuni aspetti cognitivi (come preoccuparsi o rimuginare molto sulle cose, o manifestare un approccio catastrofista). In altri casi ancora, le persone nevrotiche tendono a concentrarsi molto sulle alterazioni psicosomatiche (ipocondria). Infine, la nevrosi può ricadere su tendenze di tipo comportamentale o interpersonale, come l’incoscienza, l’automedicazione o l’ostilità. Spesso, la nevrosi è anche correlata a una peggior salute: in particolare, un sondaggio condotto negli Stati Uniti ha evidenziato che la nevrosi è più spesso collegata con la depressione, l’abuso di alcol, l’ansia debilitante e gli attacchi di panico.
La linea sottile che divide la nevrosi da una normale ansia è, quindi, l’intensità. Infatti, i pensieri e i comportamenti nevrotici, per definizione, sono così estremi da interferire con la qualità della vita, con i rapporti professionali e con le relazioni. Inoltre, l’ansia tende a insorgere quasi come una risposta predefinita, anche nel caso di problemi minori. Infatti, le persone nevrotiche tendono ad andare in crisi di fronte alle sfide quotidiane più di frequente e, spesso, in modo sproporzionato rispetto alle reali circostanze.
Quante tipologie di Nevrosi esistono?
In psicologia e psichiatria, ad oggi, i sintomi che assomigliano a quelli della nevrosi vengono collocati all’interno della categoria dei disturbi depressivi o dell’ansia. Tuttavia, la presenza di tratti nevrotici nella personalità nel paziente può essere identificata e valutata tramite i cosiddetti test di personalità. Quando si esegue un test della personalità, un individuo può ottenere punteggi bassi, medi o alti per il nevroticismo. Le persone con punteggi bassi sono emotivamente più stabili e riescono ad affrontare lo stress con maggiore successo rispetto a quelle con punteggi alti.
Successivamente, possono essere identificati diversi tipi di nevrosi, vediamo quali.
- Nevrosi ansiosa: caratterizzata da ansia, timore e preoccupazione, con la comparsa di attacchi di panico e sintomi fisici, come tremori e sudorazione.
- Nevrosi depressiva: consiste in una tristezza continua e profonda, spesso accompagnata dalla perdita di interesse per le attività che un tempo fornivano piacere.
- Nevrosi ossessiva: comporta la ripetizione di pensieri, comportamenti o atti mentali intrusivi (compulsioni), la cui ripetizione o privazione possono causare angoscia. Oppure, comporta paure irrazionali verso oggetti, animali, azioni o persone (nevrosi fobica).
- Disturbo post-traumatico da stress (chiamato anche nevrosi da guerra o da combatti-mento): questo tipo di nevrosi comporta uno stress eccessivo e l’incapacità di affrontare la vita di tutti i giorni, dopo aver vissuto esperienze traumatiche.
- Somatizzazione (precedentemente chiamata nevrosi isterica): caratterizzata dalla presenza di sintomi fisici reali e significativi, che non possono essere spiegati da un problema medico, ma sono invece manifestazioni di ansia o altro disagio mentale.
- Compensazione: non è una vera nevrosi, ma una forma di simulazione o finzione di sintomi psicologici, a scopo di guadagno personale o monetario.
Infine, la nevrosi, in passato, è stata spesso usata per descrivere malattie in cui il sistema nervoso non funziona correttamente, ma non sono presenti lesioni che permettano di spiegare la disfunzione.
Quali sono le cause della Nevrosi?
Fin da quando esistono la psicologia e la psicanalisi, gli studiosi hanno cercato di ipotizzare quali potessero essere i fattori scatenanti della nevrosi.
Ad esempio, nella fase iniziale degli studi sulla nevrosi, Sigmund Freud, il neurologo austriaco padre della psicoanalisi, trovò l’eziologia della nevrosi in una strategia che nasce per fronteggiare emozioni, impulsi o desideri repressi, come meccanismi di difesa dovuti a esperienze passate (ad esempio, se si è stati attaccati da animali, probabilmente si svilupperà ansia e un pensiero fobico nei loro confronti). Invece, Carl Gustav Jung, lo psichiatra svizzero che ha fondato la psicologia analitica, credeva che la nevrosi fosse un conflitto di eventi consci e in-consci nella mente.
Ad oggi, sappiamo che la nevrosi, rappresentando un vero e proprio tratto della personalità e non una malattia, ha probabilmente cause che vanno ricercate sia nella genetica che nell’ambiente.
Dal punto di vista genetico, la maggior parte degli studi di biologia molecolare sulla nevrosi si sono concentrati sui geni implicati nella regolazione delle emozioni, che hanno legami con la serotonina (il cosiddetto ormone della felicità), coinvolta anche nei disturbi depressivi.
Per quanto riguarda le cause ambientali, invece, diversi studi hanno trovato correlazioni modeste tra la nevrosi e la presenza di una genitorialità invadente durante l’infanzia, o di abusi subiti in ambito familiare da bambini o, ancora, di una scarsa presenza dei genitori.
Inoltre, sono state proposte delle ipotesi riguardo ai nessi causali tra le nevrosi e altri disturbi psichici che probabilmente agiscono in sinergia. In primo luogo, ci sono prove sostanziali che gli stessi geni che influenzano la nevrosi influenzino anche i differenti disturbi mentali ad essa fortemente correlati (come, appunto, depressione o disturbo d’ansia). In secondo luogo, le persone con tratti nevrotici sembrano avere maggiori probabilità di vivere eventi stressanti (con risposte emotive non regolate) e avere meno supporto sociale.
Quali sono i sintomi della Nevrosi? Come riconoscerli?
Come precedentemente accennato, una personalità nevrotica tende a reagire con una sensibilità esagerata verso diverse situazioni; queste ultime vengono vissute come fonte di stress e sofferenza. Infatti, le circostanze quotidiane sono percepite dalle persone con nevrosi come molto peggiori di quanto non siano in realtà e, in casi gravi, chi presenta questi tratti tende a incolpare sé stesso per l’estremo pessimismo e negatività. Di conseguenza, una persona con tratti nevrotici può sentirsi costantemente:
- irritata
- arrabbiata
- triste
- colpevole
- preoccupata
- ostile
- vulnerabile
- frustrata
- ansiosa
I comportamenti nevrotici possono anche derivare da problemi di salute mentale e una personalità nevrotica può rendere più inclini a soffrire di quelli che sono chiamati “disturbi interiorizzanti”, come ad esempio:
- disturbo d’ansia generalizzato
- depressione
- disturbo ossessivo-compulsivo
- fobie (come la fobia sociale)
- disturbo post traumatico da stress
- attacchi di panico
- disturbo antisociale di personalità
La personalità nevrotica o i comportamenti nevrotici non includono deliri o allucinazioni, che sono sintomi di psicosi in cui si perde il contatto con la realtà. Invece, le persone nevrotiche tendono a sviluppare ossessioni verso le proprie emozioni negative e i propri fallimenti, reali o immaginari. Per questo, le persone con tratti di personalità nevrotici hanno maggiori probabilità di sviluppare una dipendenza (fumare, abusare di alcol e altre droghe), avere disturbi dell’alimentazione, subire la mancanza di supporto dalla società e divorziare dal proprio partner.
Tuttavia, la personalità nevrotica può avere anche dei risvolti favorevoli, se si è in grado di incanalare le proprie emozioni in senso positivo. Ad esempio, l’ansia può essere incanalata positivamente in una scadenza di lavoro, per inquadrarla come un’opportunità per guadagnare una promozione o per collaborare con i colleghi. Oppure, le preoccupazioni per la salute potrebbero essere la giusta motivazione per prendersi cura del proprio corpo, con uno stile di vita sano, mangiando correttamente e facendo più esercizio fisico.
Come vengono approcciati i casi di Nevrosi?
Quando una persona è cosciente di avere una personalità nevrotica, imparare a gestire al meglio l’ansia e lo stress può aiutare a frenare i comportamenti nevrotici e a ritrovare il benessere mentale. In particolare, gli esperti forniscono alcuni accorgimenti che possono adottati nella vita quotidiana per mitigare i tratti nevrotici, come:
- esercitarsi tutti i giorni (se non è possibile fare esercizio fisico, anche solo camminare dai 15 ai 30 minuti a piedi ogni giorno può aiutare a sentirsi meglio);
- parlare con qualcuno (è importante aprirsi e raccontare a familiari e amici cosa alimenta la propria ansia e far sapere come possono essere d’aiuto);
- dormire a sufficienza (i disturbi del sonno possono peggiorare l’ansia e lo stress, quindi sarebbe opportuno dormire 8 ore ogni notte);
- ridurre l’uso di alcol e caffeina, che possono peggiorare l’ansia;
- mangiare pasti equilibrati (è importante non saltare i pasti e ricordare che aumentano l’energia);
- riformulare i propri pensieri (non è sempre facile, ma si può provare a sostituire i pensieri negativi con quelli positivi e chiedersi se ciò per cui si è preoccupati sia davvero così grave);
- scrivere (tenere traccia di ciò che scatena l’ansia e, quindi, cercare degli schemi che si ripetono può aiutare a gestirla quando si ripresenta).
Quando queste misure non aiutano, o quando si prende consapevolezza che la nevrosi sta ostacolando la propria vita, è utile parlare con il medico o con lo psicologo. Infatti, il tratto nevrotico di personalità risponde alla terapia farmacologica.
Anche la psicoterapia, con un trattamento cognitivo-comportamentale, può essere d’aiuto. In particolare, è stato sviluppato il cosiddetto “protocollo unificato per il trattamento transdiagnostico dei disturbi delle emozioni”, detto UP.
In ogni caso, gli interventi utilizzati non sono orientati a trattare le caratteristiche del temperamento nevrotico ma, piuttosto, ad affrontare e mitigare i sintomi per restituire una migliore qualità della vita.
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