Ortoressia: quando mangiare sano diventa un’ossessione
Alcuni soggetti estremizzano la separazione tra alimenti buoni e cattivi sviluppando comportamenti patologici.
All’inizio le etichette dei cibi confezionati avvertivano che il contenuto era senza coloranti e senza conservanti. Poi sono arrivati i latti senza lattosio, i biscotti senza olio di palma, i probiotici e i nutraceutici. Da non dimenticare poi il bombardamento continuo attraverso i mezzi di comunicazione su virtù e misfatti degli alimenti e delle sostanze che contengono, tanto che ormai tutti più o meno hanno in mente una lista dei cibi “che fanno bene” che sono da consumare in quantità e quelli che “fanno male” e che vanno evitati.
Alcune persone però hanno estremizzato questa separazione tra alimenti buoni e cattivi sviluppando comportamenti patologici che definiscono un disturbo psichico: l’ortoressia nervosa.
La fissazione per il cibo sano [1]
Secondo i manuali di psichiatria, l’ortoressia nervosa è la fissazione per la qualità del cibo, un concetto che integra sia le sue proprietà nutritive sia la sua percepita “purezza”. Il soggetto ortoressico è convinto che questa qualità sia necessaria e funzionale alla sua salute e al suo benessere fisico, mentre hanno poca importanza, nella sua visione alimentare, le credenze di natura religiosa, o le preoccupazioni riguardanti la protezione dell’ambiente, l’agricoltura sostenibile o il benessere degli animali.
A definire il disturbo sono anche i comportamenti messi in atto, primo fra tutti l’evitamento rigoroso degli alimenti ritenuti impuri, ma anche i rituali, a volte molto complessi, per abbinare o non abbinare i cibi tra loro, o per ingerirli in determinati momenti della giornata, lasciando un lungo intervallo di tempo tra uno e l’altro in modo da migliorare la digestione.
Lontano dai pasti, il soggetto affetto da ortoressia nervosa investe molto tempo e denaro in attività che riguardano la sua alimentazione, ovvero:
- cercare informazioni sugli alimenti
- acquistare e preparare specifiche categorie di alimenti, sulla base delle sue convinzioni
- pesare e misurare i cibi
- pianificare i pasti futuri
- sentirsi in colpa quando trasgredisce le regole
- è intollerante verso le persone che hanno altre idee sull’alimentazione.
Un aspetto importante da considerare è che i soggetti ortoressici non raggiungono effettivamente il loro obiettivo di un migliore benessere. Al contrario, spesso hanno uno stato di salute precario, perché evitando intere categorie di cibi possono andare incontro a serie carenze nutrizionali.
Nei casi estremi, a lungo termine si possono avere anche problemi più seri, come:
- riduzione della massa ossea
- anemia
- mancanza di sodio
- riduzione di globuli rossi, globuli bianchi e di piastrine nel sangue
- deficit di testosterone (ormone maschile)
- rallentamento del battito cardiaco.
Diagnosi dell’ortoressia [1]
L’ortoressia nervosa non ha ricevuto finora un riconoscimento ufficiale come diagnosi psichiatrica, anche se rappresenta spesso un problema significativo per il soggetto, con un rischio di malnutrizione, perdita di relazioni sociali e scarsa qualità della vita. Una delle difficoltà, come spesso avviene, è nel definire dei chiari confini rispetto ad altri disturbi.
In questo caso, ci sono importanti sovrapposizioni con l’anoressia nervosa (caratterizzata dalla drastica riduzione delle calorie assunte con il cibo, intensa paura di aumentare di peso e da un’alterazione di come viene vissuto il proprio corpo [2]) e con il disturbo ossessivo compulsivo (definito dalla presenza di pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti vissuti come intrusivi e da comportamenti ripetitivi, che il soggetto si sente obbligato a mettere in atto in risposta alle ossessioni [3]).
L’ortoressia e l’anoressia condividono tratti comuni come:
- perfezionismo
- ansia elevata
- marcata necessità di controllo
- possibile perdita di peso significativa.
Allo stesso modo, esistono tratti comuni a ortoressia e disturbo ossessivo-compulsivo:
- pensieri ossessivi e ricorrenti sul cibo e sulla salute
- eccessiva preoccupazione su contaminazione e impurezza dei cibi
- forte necessità di preparare i pasti in modo ritualizzato.
Gestione e trattamento dell’ortoressia [1]
Finora, non esistono studi su trattamenti efficaci dell’ortoressia, anche se sono emerse alcune pratiche che possono essere d’aiuto nella gestione del disturbo. L’intervento ideale dovrebbe prevedere un gruppo multidisciplinare che includa medico, psicoterapeuta e dietista, in modo da poter integrare un’eventuale terapia medica con una terapia cognitivo-comportamentale e con l’educazione alimentare.
- Koven NS, Abry A. The clinical basis of orthorexia nervosa: emerging perspectives. Neuropsychiatric Disease and Treatment 2015:11 385–394
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25733839/
- DSM-5 – Anoressia nervosa
- DSM-5 – Disturbo ossessivo compulsivo