Allucinazioni: le tipologie, il meccanismo di formazione
Le allucinazioni, in medicina e psicologia, rientrano nel campo dei disturbi della percezione, cioè si verificano quando si sente, vede, annusa o assapora qualcosa che sembra essere reale, ma in realtà non esiste al di fuori della propria mente.
Le attuali conoscenze suggeriscono che i fenomeni allucinatori derivino da un fallimento delle capacità cognitive coinvolte nella discriminazione tra gli stimoli sensoriali che vengono dal mondo esteriore e quelli interiori. È, infatti, il cervello che, in particolari stati di alterazione, è in grado di produrre uno stimolo sensoriale ingannevole, un po’ come accade con i sogni. Generalmente, chi soffre di allucinazioni, quindi, non ha motivo di pensare che le sue percezioni non siano veritiere e reagisce come se fossero reali.
C’è un crescente consenso tra i medici sul fatto che i disturbi sensoriali dovuti alle allucinazioni siano presenti in una grande varietà di persone con condizioni psichiatriche (sono, infatti, tra i 5 criteri di classificazione dei disturbi psichiatrici), ma possono anche fare parte delle esperienze quotidiane di persone che non presentano malattie della psiche.
Gli studi riportano che, in Italia, circa il 39% della popolazione abbia sofferto di allucinazioni almeno una volta nella vita, di cui una percentuale tra il 10% e il 27% senza l’uso di sostanze psicotrope, come alcol, droghe o farmaci. Tuttavia, questi dati sono di difficile interpretazione perché anche se non è scontato che una persona possa raccontare in modo attendibile delle proprie allucinazioni evidenziano comunque la possibilità che possano verificarsi in maniera sporadica anche nella popolazione sana.
Allucinazioni: di cosa si tratta?
In psicopatologia, le allucinazioni sono definite come un’esperienza simile a una vera percezione, ma senza la stimolazione esterna del relativo organo sensoriale. Devono, quindi, essere distinte dalle illusioni, che sono esperienze percettive in cui uno stimolo esterno è percepito o interpretato erroneamente. Le allucinazioni si presentano in modo diverso e possono variare nel contenuto, nella frequenza, nell’impatto emotivo, nella durata e nella complessità con cui si manifestano. I fenomeni allucinatori possono colpire sia in età adulta che durante l’infanzia, seppur quest’ultimo sia un fenomeno più raro.
In particolare, gli studi suggeriscono che i bambini esposti a un trauma, o con ricordi traumatici passati, siano più vulnerabili alle allucinazioni, che si innescano come una sorta di meccanismo di difesa della mente. Le allucinazioni sono comuni anche negli anziani, più spesso colpiti da disturbi sensoriali, neurologici e neurodegenerativi.
La comprensione delle origini delle allucinazioni è fondamentale per aiutare i medici a fornire il miglior livello di assistenza alle persone che ne soffrono. Infatti, questi fenomeni psichici e la sensazione di mancanza di controllo percepita dai pazienti hanno una forte ripercussione sulla qualità della vita del soggetto interessato e dei suoi cari.
Nonostante, solitamente, le allucinazioni interessino un solo senso, esse possono anche interessarne più di uno contemporaneamente; in questo caso, si parla di allucinazioni complesse (si verificano, ad esempio, se oltre a vedere una persona che non esiste nella realtà o un animale, se ne sente anche la voce o il verso).
Può verificarsi anche un fenomeno allucinatorio inverso, nel quale un oggetto reale non viene più percepito e, in questo caso, si tratta di un’allucinazione negativa.
Un evento molto raro, invece, è rappresentato dalle allucinazioni collettive, che coinvolgono molte persone contemporaneamente e sono spesso dovute a suggestione, isteria di massa o psicosi collettiva.
Allucinazioni: quante tipologie esistono?
Le allucinazioni possono variare per forma e tipo e sono classificate a seconda degli organi di senso coinvolti:
- allucinazioni uditive: sono le più frequenti e spesso si presentano nelle persone con disturbi mentali, come la schizofrenia, sotto forma di voci nella testa. Queste hanno un tono minaccioso, imperativo o denigratorio verso la persona che le percepisce, in cui causano emozioni negative e paura;
- allucinazioni visive: in questo caso vengono percepite immagini che non esistono nella realtà. È stato riportato che spesso le visioni riguardano persone inesistenti e immaginarie. Questo tipo di allucinazione può comparire nel caso di malattie organiche del cervello come, ad esempio, l’Alzheimer e la schizofrenia o in conseguenza all’abuso di sostanze stupefacenti o farmaci;
- allucinazioni olfattive: il soggetto percepisce odori che in realtà non esistono. Anche questo tipo di allucinazione compare nel caso di patologie psichiche croniche, come la schizofrenia, le sindromi neurovegetative o in caso di un danno fisico che interessa il lobo temporale;
- allucinazioni gustative: sono simili alle allucinazioni olfattive, ma interessano il senso del gusto;
- allucinazioni tattili: sono più rare degli altri tipi di allucinazioni e si verificano in seguito alla percezione di stimoli tattili che non esistono (come, ad esempio, la sensazione di insetti in movimento sulla pelle) e sono spesso causate da alcolismo, abuso di droghe e crisi d’astinenza;
- allucinazioni cenestesiche: come le allucinazioni tattili, sono molto rare e consistono nella sensazione di alterazione della funzione degli organi interni, che comprendono la sensazione di avere animali o corpi estranei nell’organismo, o la sensazione di paralisi, vertigini o mancanza di sostegno.
Infine, esistono due tipi di allucinazioni che non sono considerate patologiche:
- allucinazioni ipnagogiche, si verificano durante il passaggio tra la veglia e il sonno;
- allucinazioni ipnopompiche che, al contrario, si verificano al risveglio.
Allucinazioni: a cosa sono dovute?
Le allucinazioni possono verificarsi nel caso di malattie psichiatriche e neurologiche, ma possono anche presentarsi sporadicamente in persone sane, ad esempio in periodi di forte stress o in condizioni di privazione di sonno. Ci sono diverse teorie sull’origine delle allucinazioni, che derivano da studi empirici in neurologia. Ad esempio, nelle persone con delirium tremens o con stati febbrili, sono state osservate alterazioni dell’attività elettrica di molte aree cerebrali. Invece, negli individui affetti da schizofrenia, è stato ipotizzato che la genesi delle allucinazioni debba essere identificata in un iperfunzionamento del neurotrasmettitore dopamina, o in manifestazioni dell’inconscio distorte che innescano i processi psicotici.
Le allucinazioni possono essere causate da molte condizioni di salute differenti che colpiscono la modalità sensoriale. Le cause più comuni includono:
- presenza di una condizione mentale patologica, come la schizofrenia, il disturbo bipolare e i disturbi della personalità;
- abuso e dipendenza da droghe, alcol e medicinali;
- morbo di Alzheimer o morbo di Parkinson;
- cambiamento o perdita della vista, come la sindrome di Charles Bonnet;
- ansia, depressione o lutto;
- effetti collaterali di alcuni farmaci;
- anestesia dopo un intervento chirurgico;
- neoplasie cerebrali;
- insufficienza epatica e renale;
- AIDS;
- epilessia.
A volte, le allucinazioni possono essere temporanee e, in questo caso, possono verificarsi nelle seguenti condizioni:
- stati confusionali, alterazioni dello stato di coscienza, deliri e demenza, specialmente nelle persone più anziane;
- emicranie ricorrenti;
- febbre alta di varia natura (ad esempio, nelle febbri tropicali come la malaria);
- disturbi del sonno, come l’insonnia;
- passaggi tra sonno e veglia.
Allucinazioni: come trattarle?
Il trattamento delle allucinazioni dipende dalla causa sottostante e non esiste un solo tipo di terapia, quindi la diagnosi risulta di fondamentale importanza per la scelta della cura più adatta. Quando le allucinazioni sono causate da fattori temporanei, come lo stress, la febbre alta o l’abuso di alcol e sostanze stupefacenti, la risoluzione della causa porta anche alla scomparsa del fenomeno allucinatorio.
Nel caso, invece, siano causate da una malattia più importante (quali schizofrenia, Alzheimer, neoplasie cerebrali, epilessia, insufficienza epatica e renale, ecc.), l’approccio terapeutico pre-vede il trattamento della patologia che causa le allucinazioni e, quindi, il percorso terapeutico risulta più complesso.
Nel caso di malattie psicotiche, la terapia farmacologica è spesso più efficace se associata a un percorso di psicoterapia. La psicoanalisi, infatti, può aiutare i pazienti che soffrono di allucinazioni a riconoscerle e comprendere che non sono reali, in modo da ridurre la loro influenza sulla vita quotidiana. Per questo, è di fondamentale importanza consultare uno specialista.
Oltre al trattamento, è importante anche prevenire le allucinazioni e gli incidenti in cui possono incorrere le persone che ne soffrono. Alcune strategie da mettere in atto sono, ad esempio:
- rivolgersi al medico di famiglia per escludere la presenza di malattie infettive o intossicazioni da alcool, droghe e farmaci;
- eliminare dall’ambiente in cui vive la persona con allucinazioni tutti gli elementi che possono favorirne l’insorgenza, quali specchi, soprammobili a forma di animale, dipinti e angoli poco illuminati, ma senza apportare cambiamenti troppi bruschi nell’ambiente che possano disorientarla;
- evitare di mettere in discussione le convinzioni della persona con allucinazioni, ma rassicurarla e tentare delicatamente di riportarla alla realtà. Il supporto familiare, infatti, è di fondamentale importanza;
- praticare esercizio fisico può aiutare a migliorare l’umore, con un impatto positivo su salute e benessere;
- evitare circostanze stressanti e l’abuso di alcool e droghe.
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